Swing... autobiografia...

AUTOBIOGRAFIA. Alla mia nascita erano tutti felici di accogliere in famiglia una nuova bambina, e cominciavano già a fantasticare su come sarei stata, sul nome che mi avrebbero dato e su ciò che sarei diventata. Durante una calda giornata di Maggio, mia madre mi racconta di aver avvertito che la bambina che aveva vissuto per nove lunghi mesi nella sua pancia sarebbe nata. Così il 27 Maggio nacqui io, una bimba dolce e sorridente che si dimostrò sempre gentile e calma. Mi piaceva giocare a nascondino con mia sorella, uno dei miei giochi preferiti. Così il pomeriggio correvo a chiamarla e mentre lei contava io mi nascondevo, ogni volta in posti diversi, che mia sorella non riusciva quasi mai a trovare. D’estate al parco giochi restavo per ore sull’altalena a contemplare il cielo, cercando di dare una forma alla mia felicità. Immaginavo che magari la felicità fosse un adorabile orsacchiotto o un dolce gattino in cerca d’affetto, un fiore colorato e parlante per nulla spaventoso, un elfo grazioso e sorridente. Un giorno, andai con i miei amici ed i miei genitori al aprco e appena vidi, nella penombra di un albero un’altalena gialla e rossa, corsi subito verso di essa, come se quella fosse la vera forma della mia felicità. Costrinsi mia madre a dondolarmi e ogni tanto dicevo: “Più in alto!”, “Più forte!” o “Più veloce!”. Guardandomi le persone che mi circondavano sorridevano nel vedere la sincera felicità di una bambina fatta da piccole e semplici cose. Tutti si domandavano se prima o poi l’energia che avevo si sarebbe esaurita, cedendo il posto alla naturale stanchezza di una lunga giornata. Ma quel momento per me non arrivava mai. Poi arrivò il giorno in cui non ebbi più bisogno che qualcuno mi dondolasse, che qualcuno mi stesse vicino per paura che cadessi. Allora scoprii che almeno in quel momento non avevo bisogno di nessuno, che se solo avessi voluto avrei potuto fare tutto da sola. Non ho mai capito veramente perché questo gioco mi dia emozioni simili. Quando lo faccio mi sento libera, libera anche solo dai piccoli doveri che ho. E’ come se avessi delle ali forti e instancabili, come se l’altezza che riesco a raggiungere con queste, non è mai abbastanza.

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